Grande fermento intorno 
                    alla discussione che scaturisce alla presentazione dei decreti 
                    attuativi della legge delega di riordino della normativa ambientale. 
                    clima che si respira e quello agitato e critico delle associazioni 
                    alle quali poco sono piaciuti i contenuti delle bozze dei 
                    decreti. A gran voce si richiedono modifiche profonde e sostanziali 
                    con la motivazione che molte sue parti sono discordanti con 
                    l’obiettivo di creare un moderno sistema di gestione dei rifiuti 
                    capace di garantire una maggiore efficienza, tutela ambientale 
                    e costi piu contenuti per aziende e comunita locali.Non sono 
                    piaciute per niente a Legambiente e Wwf le modalita di presentazione, 
                    ma soprattutto i contenuti, delle bozze dei decreti attuativi 
                    della legge delega di riordino della normativa ambientale.I 
                    testi sono stati anticipati dal Wwf, che ha denunciato come 
                    il ministero abbia tenuto nascosti i documenti elaborati dal 
                    comitato di 24 saggi negandosi anche al confronto con le organizzazioni 
                    che invece ne avrebbero avuto titolo. Pecca denunciata anche 
                    da Legambiente e dalla Cgil.  
                    Ora le due associazioni ambientaliste chiedono urgentemente 
                    al ministero dell'Ambiente un confronto pubblico 
                    su tre questioni specifiche: la violazione delle direttive 
                    comunitarie, l'effetto della semplificazione normativa operata, 
                    la procedura seguita. 
                  Una collezione di contraddizioni, sviste e norme 
                    in pieno contrasto con le direttive europee: "Basta 
                    pensare alla sezione dedicata ai rifiuti - dice il presidente 
                    di Legambiente 
                    Roberto della Seta - Una vera e propria controriforma 
                    che porta ad annullare norme importanti come l'obbligatorieta 
                    del Consorzio nazionale sugli imballaggi e la tariffa sull'immondizia, 
                    nata proprio per premiare i comportamenti piu virtuosi in 
                    merito a recupero di materia e minore produzione. Viene confermata 
                    l'esclusione delle terre e rocce da scavo dal regime dei rifiuti, 
                    (e per questo, contro l'Italia, e gia stata aperta una procedura 
                    d'infrazione da parte Ue)". 
                   Per quel che riguarda le implicazioni nel settore dei rifiuti 
                    della legge delega, si registrano le critiche anche di Federambiente 
                    e di Anci, l'associazione dei comuni italiani. Le 
                    due organizzazioni metteranno a punto un'iniziativa "forte 
                    e permanente di collaborazione per modificarla profondamente, 
                    perche troppe sue parti sono contrarie all'obiettivo di creare 
                    un moderno sistema di gestione dei rifiuti capace di creare 
                    piu efficienza, piu tutela ambientale e meno costi per le 
                    comunita-locali". 
                   A livello territoriale numerose critiche arrivano anche 
                    dai primi cittadini. Il sindaco di Ancona 
                    Fabio Sturani ha espresso "viva preoccupazione" 
                    per un documento "pasticciato", che svuota le competenze 
                    in capo a Comuni e Province, invece di riordinare la disciplina 
                    della gestione dei rifiuti. L' intenzione, ricorda Sturani, 
                    era quella di procedere ad una semplificazione normativa, 
                    accorpando in unico compendio legislativo tutta la materia, 
                    ma il risultato "e un testo di difficile lettura e alquanto 
                    complesso che non facilita le cose ma anzi le peggiora". 
                  I compiti dello Stato e della Regione, continua Sturani, 
                    sembrano accresciuti rispetto a quelli della Provincia e del 
                    Comune, i cui ruoli appaiono svuotati di competenze specifiche 
                    (scompare ad esempio la pianificazione sui rifiuti a livello 
                    provinciale). Mentre non e chiaro neppure lo scenario delineato 
                    per la gestione dei rifiuti urbani all' interno degli ATO. 
                   
                   Un cambiamento troppo frettoloso, avvenuto senza consultare 
                    i soggetti pubblici e privati che si occupano quotidianamente 
                    di ambiente. Anche Federutility, l'associazione 
                    delle imprese che si occupano di acqua, energia e rifiuti, 
                    fa sentire il suo dissenso: ''Ci preoccupano - afferma in 
                    una nota Mauro D'Ascenzi, presidente aggiunto dell'associazione 
                    - gli effetti del metodo sui contenuti delle deleghe ambientali. 
                    Si sta facendo tutto in maniera molto frettolosa e riservata, 
                    senza consultare le regioni, gli enti locali, e quelle aziende 
                    che 365 giorni all'anno 24 ore su 24, si occupano di acqua, 
                    rifiuti, energia e del loro rapporto con l'ambiente''.  
                   Tra i rischi contenuti nella legge delega ambientale, per 
                    quel che riguarda i rifiuti, figura pure quello dell'eliminazione 
                    della tariffa, che molti comuni stanno utilizzando, 
                    cosi come prevedeva la legge Ronchi del '97, e che e considerata 
                    un formidabile aiuto alle raccolte differenziate spinte. Il 
                    principio di chi piu inquina piu paga, che molti stanno mettendo 
                    in pratica grazie all'introduzione della "tariffazione 
                    puntuale", potrebbe essere quindi soffocato sul 
                    nascere. 
                  Lo denuncia Legambiente, che ricorda come la tariffa sia 
                    nata proprio per premiare i comportamenti piu virtuosi 
                    in merito a recupero di materia e minore produzione.  
                     E lo sottolinea anche Federambiente. "Complesso 
                    - dice l'organizzazione - appare il ritorno generalizzato 
                    alla tassa: se da un lato la formula della tassa appare piu 
                    consona alla natura tributaria del corrispettivo del servizio, 
                    dall'altro e un dato di fatto che molti Comuni gia hanno realizzato 
                    il passaggio da tassa a tariffa, mentre non e chiaro se la 
                    tassa sara una voce del bilancio comunale, come in passato, 
                    oppure no, con tutte le possibili conseguenze che ne deriverebbero 
                    per molti enti locali dal punto di vista del rispetto del 
                    Patto di stabilita". 
                  Federambiente ricorda anche le criticita 
                    che riguardano la definizione di rifiuto, 
                    con l'introduzione delle "materie prime secondarie", 
                    in contrasto con la normativa europea, e la proliferazione 
                    gestionale dei consorzi accanto a Conai, Polieco, Cobat, Coou. 
                    Gli ultimi due, fra l'altro, erano esclusi dalla delega". 
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