Elaborati - Pubblicazioni di Argo
Introduzione
A non riciclare si commette peccato, ma in genere conviene. Questo potrebbe essere in sintesi il commento riferibile al persistere di tentativi tendenti a limitare l’utilizzo di materie prime di recupero da riciclaggio di pneumatici.

Anche se il 2004 e stato un anno all’apparenza uguale a tutti gli altri, senza particolari scostamenti nei dati di settore, e stato portatore di una serie di eventi manifestatisi solo nel 2005 ed ai quali e doveroso fare cenno nel prosieguo.
I dati numerici sono sostanzialmente in linea con i trend gia evidenziati nel corso degli scorsi anni: PFU stabili, altrettanto gli sbocchi, in lieve aumento il recupero di materia ma ancora lontano dai valori europei.
Il recupero di materia stenta quindi ad affermarsi ed il fenomeno rischia di diventare una anomalia. Il Ministero dell’ambiente sembra esserne consapevole ed e quindi intervenuto due volte: la prima nel 2003 per emanare il D.lgs. che istituisce anche in Italia il Green Public Procurement (acquisti verdi da parte della Pubblica Amministrazione), la seconda nel luglio 2005, emanando la circolare applicativa per il settore gomma. Passo in avanti.

Il recupero di materia e stato inoltre oggetto di un intenso lavoro di standardizzazione a livello
Europeo, culminato nel luglio del 2005, in documento finale votato in tutta Europa, con esiti contrastanti: i paesi maggiori produttori di PFU e con maggiori problemi di smaltimento sono quelli meno sensibili al recupero di materia, tra questi anche l’Italia. Passo indietro.
L’utilizzo dei granuli di gomma da riciclaggio dei pneumatici nella costruzione di campi in erba artificiale e oggetto di continui stop and go: dubbi ed incertezze che sembrano creati ad arte, e che poi vengono puntualmente confutati e superate, anche grazie a numerosi sforzi del Consorzio. Un passo avanti ed uno indietro.

Il settore, come noto, e caratterizzato da alcuni aspetti tipici:
a) Riciclare pneumatici richiede importanti investimenti per unita di rifiuto trattato, maggiori rispetto ai materiali di altri settori. Onerosi sono anche gli adempimenti imposti dalla normativa dei rifiuti.
b) L’impiego delle materie prime da recupero avviene in un campo di applicazioni diverse dall’industria del pneumatico, e trasversale a piu settori, dallo sport all’edilizia, dall’asfalto all’arredo urbano, ecc.
c) Il settore e molto piccolo. I quantitativi di pneumatici usati rappresentano appena il 5 per mille rispetto al monte rifiuti complessivo prodotto annualmente.
d) Gli operatori attivi in Italia ed in Europa e rappresentato quasi esclusivamente da PMI.

Gli operatori nel corso degli anni hanno dato comunque prova di crescita, competenza e professionalita, pari se non superiore di quelli europei. Perche il settore posa continuare a crescere e necessaria una maggiore attenzione da parte del legislatore e della P.A, per garantire il rispetto delle regole del gioco e della libera concorrenza. Servono controlli su flussi anche importanti verso destinazioni non sempre chiare. Cio che ancora manca e una definizione chiara e facilmente applicabile delle materie prime ottenute da cicli di trattamento dei pneumatici fuori uso, al fine di valorizzare al massimo i materiali ed i prodotti ottenuti. Sono invece da scongiurare i sistemi gestiti calati dall’alto. In alcuni paesi europei, dove sono stati adottati con tale approccio, sono stati un totale fallimento con serie ripercussioni su tutto il settore.


Dr. Ettore Musacchi
Presidente del Consorzio ARGO

Rapporto 2004
Italia del Recupero
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